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MONICA SILVA: Il Ritratto nell'era del selfie


Il secondo incontro di Camponogara Fotografia - Il Ritratto nell'era del Selfie - si terrà il 30 novembre 2018 alle ore 20:40 presso la Sala Consiliare del Comune di Camponogara (VE) - ingresso 5 euro.
Autrice della serata sarà Monica Silva: straordinaria fotografa brasiliana appassionata di sperimentazioni fotografiche, specialmente riguardanti rappresentazioni di ritrattistica psicologica. Silva ha creato complessi progetti sul conflitto culturale tra l'esistenziale e la vita quotidiana, come comprensione della psiche contemporanea dell'odierna società.
Monica Silva condurrà questa conferenza sul tema dell’immagine e su come essa può essere un ottimo aiuto per una migliore la propria autostima.

Nell’era del selfie, l’uomo ha raggiunto la massima saturazione del io, anche se andando a fondo, scopriamo che ogni essere umano, sin dagli albori del tempo, si è sempre lasciato sedurre dalla pulsazione autobiografica utilizzando ogni mezzo per lasciare traccia di sé in questa terra. La nostra immagine racconta molto di più di quanto sappiamo di noi stessi, basta solo far passare del tempo prima di rivedere una nostra foto, per scoprire sfumature delle quali non ci eravamo accorti prima.„


Mi sono appassionata al ritratto perché con il tempo ho apprezzato il potere terapeutico che questo tipo di fotografia è in grado di estrinsecare. Adoro e sono anzi spesso alla ricerca del contatto fisico con le persone che posano davanti alla mia macchina fotografica. Non mi piace appoggiare la camera sul cavalletto e lasciarla semplicemente scattare: mi piace toccare le persone che ho di fronte, prenderle e farle girare!
C'è molta contaminazione della mia persona nell'altro perché il ritratto in effetti è uno specchio:
entro in forte empatia con i soggetti che fotografo e, fin troppo spesso, vedo la differenza abissale che intercorre tra chi crediamo di essere e chi in realtà siamo. „


Tutti noi abbiamo la necessità di lasciare qualcosa che testimoni il nostro passaggio su questa Terra. Questa è una normalissima pulsione auto-biografica: viviamo giorni inflazionati dal grandissimo numero di selfie che vengono costantemente scattati ma, se ragioniamo con più attenzione, noteremo con estrema facilità che l'auto-ritratto è sempre esistito. Non è esistito un solo pittore, uno scultore, uno scrittore oppure un fotografo che non abbia usato la propria immagine per affermare la sua presenza nel mondo: si muore ma l'immagine resta! Oggi c'è una grande confusione di identità!„


Le mie immagini sono impregnate di lettura psicologica del soggetto: comincia una sorta di sfida con la persona che si trova davanti al mio obiettivo che mi porta ad indagare nel profondo la personalità fino a fare emergere il lato del carattere che desidero fotografare. Parlando con i miei modelli traggo ispirazione e spunto: la macchina fotografica diventa il mio terzo occhio, attento e capace ad estrinsecare le caratteristiche più intime di ognuno. In definitiva la verità!È fondamentale parlare con chi si fotografa. Molte persone che ritraggo mi dicono che sono stata capace di estrapolare un loro aspetto caratteriale che sapevano di possedere ma che non riuscivano ad esprimere. La fotografia è indagatrice e rivelatrice!


Sono dovuta diventare una donna forte perché nella vita ho sofferto molto. All'interno del mondo nel quale sono cresciuta ho sperimentato violenze e vessazioni indicibili: le circostanze hanno forgiato la Monica Silva che sono oggi! Spesso nei miei pensieri echeggiano le parole di Josephine Hart che amava dire “chi ha subito un danno è pericoloso, perché sa di poter sopravvivere”. [Monica Silva]




Curatela di Marian Vanzetto
@camponogarafotografia 

 



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